lunedì 8 luglio 2013

Consiglio comunale del 02/07/2013, Dichiarazione del consigliere comunale Marsilio Gatti del Partito della Rifondazione Comunista, alla lettura da parte dell’assessore Marianini Claudio, degli ultimi caduti in Afghanistan, per un minuto di silenzio.


Consiglio comunale del 02/07/2013   Dichiarazione del consigliere comunale Marsilio Gatti del Partito della Rifondazione Comunista, alla lettura da parte dell’assessore Marianini Claudio, degli ultimi caduti in Afghanistan, per un minuto di silenzio.                                                                                        
Contro le guerre, l’odio, il razzismo e la xenofobia.
La pace esiste, se esiste la cultura umana dell’essere e non dell’avere, del possedere, dell’accumulare, del potere. L’amore umano  è il fondamento principale  della evoluzione della specie umana.

Afghanistan:  Un paese martoriato da  oltre 30 anni di guerra
Il 24 dicembre 1979 l'esercito sovietico ricevette l'ordine di invadere l’Afghanistan, poi subentrano i Talebani finanziati dagli Stati Uniti per combattere i Russi. Dopo la presa del potere dei Talebani, il 7 ottobre 2001, le forze armate statunitensi e britanniche iniziarono un bombardamento aereo sull'Afghanistan e l'invasione di terra del territorio sotto controllo talebano. Dal gennaio 2006, la forza internazionale di assistenza per la sicurezza, (ISAF) denominata NATO, iniziò a rimpiazzare truppe statunitensi nell'Afghanistan meridionale.

Il cappellano militare
L’ordinario militare, mons. Pelvi (1), sostiene che: “fare il militare è una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana. Descrive l’aeroporto di Ciampino dove arrivano  le salme dei soldati uccisi nelle missioni all’estero, come una scuola di fede e parla dei cappellani militari come di parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”.

GLI EROI- (2 )
“Davanti ad ogni vita umana stroncata è doveroso un rispetto profondo, ma è davvero insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente e asfissiante, che continuano a chiamare le guerre “missioni di pace” ed esalta i cappellani militari.
Ci scandalizziamo ogni volta che, un cristiano infanga il termine missione, confondendolo con le guerre, chiamate ”missioni di pace”. Da sempre abbiamo presentato ai cristiani gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete rappresentarli con le armi in mano per nascondere le responsabilità di tanto sangue versato in questa inutile strage. Fate diventare "eroi per la pace" questi giovani strappati alla loro vita, vittime della guerra.
Le cosiddette “missioni di pace” non hanno mai prodotto nulla se non una  carneficina e non hanno niente a che fare con la cultura cristiana. Non  si contano nemmeno le vittime in campo nemico, degradate ad «effetti collaterali”.

Sintesi della storia dei cappellani militari
I cappellani militari sono presenti in ogni caserma, accompagnano le navi da guerra, le missioni all'estero e costano  allo Stato Italiano, compresa la loro organizzazione, 20 milioni di euro l’anno. Non si finanzia la spiritualità ma la cultura della morte.

Quello dei cappellani militari, sacerdoti cattolici inquadrati nelle forze armate italiane, è una storia che viene da lontano: tutti gli Stati italiani preunitari avevano cappellani militari inquadrati nelle rispettive forze armate sin dal XVII e XVIII secolo, tanto che nel 1865, dopo il compimento dell'unità d'Italia, il Regio esercito ne contava 189. Diminuirono drasticamente dopo l'occupazione di Roma del 1870, fino alla completa eliminazione nel 1878 da parte dello Stato italiano a causa del divieto papale nei confronti dei sacerdoti di portare assistenza all'esercito italiano considerato invasore dello Stato pontificio. I cappellani furono ripristinati e questa volta in massa, anche grazie ai mutati rapporti con il Vaticano e in vista dell'imminente entrata in guerra dell’Italia ( I° guerra mondiale). Nell'aprile 1915, il generale Raffaele Cadorna arruolò diecimila preti di cui 2.070 destinati ai corpi combattenti. Tra il 1922 ed il 1925. viene temporaneamente soppresso il servizio, rinacque poi nell'ambito di trattative tenute tra il governo fascista e la Santa Sede che segnò l'inizio di quel cammino che avrebbe portato ai Patti Lateranensi del 1929. Nel 1925 fu istituito dalla Chiesa e l'anno successivo riconosciuto dallo Stato con la legge n. 417 del 1926, l'Ordinariato militare per l'Italia, con a capo un vescovo che è contemporaneamente generale ed un contingente di sacerdoti, religiosi e religiose, inquadrati nelle forze armate con relativa divisa, gradi e stipendi. Questa impostazione non è sostanzialmente mutata dal 1925, quindi si può tranquillamente dire che l'attuale organizzazione dei cappellani è un residuo dell'epoca fascista. Infatti sia il Concordato del 1929 sia altre leggi dello Stato riuscirono a immettere i cappellani cattolici persino in santuari fascisti come la Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale e l'Opera Nazionale Balilla fino a giungere alla repressione in Libia, alla guerra d'Etiopia, alla guerra di Spagna ed alla II° guerra mondiale dove i cappellani assistettero, senza peraltro mai prendere una posizione di  condanna, alle atrocità delle truppe italiane commesse in combutta con i nazisti in Jugoslavia, fino ad arrivare all'8 settembre 1943, quando l'Ordinario militare Mons. Bartolomasi ordinò ai cappellani italiani di rimanere al fianco dei rispettivi eserciti contrapposti sia al sud sia al nord, ovvero a militare sia sotto la bandiera del Regno d'Italia sia sotto quella della Repubblica Sociale Italiana. Per servire quest'ultima venne istituita il 14 dicembre 1943 presso Verona la II Sezione dell'Ordinariato proprio per assicurare l'assistenza spirituale alle criminali bande fasciste che si resero responsabili dei peggiori eccidi. Tutto questo basterebbe per sciogliere l'Ordinariato, che invece fu confermato dopo la proclamazione della Repubblica e riformato nel 1961, nel 1973, nel 1997 e nel 2000: attualmente il clero dell'ordinariato militare italiano è arruolato nelle forze armate comprese quelle di polizia smilitarizzate. I relativi sacerdoti sono equiparati agli ufficiali.                                                                                                                                                                                  

Quanto ci costano le missioni militari all’estero?                                                                              Siamo presenti in ben 35 missioni e in 14 scenari diversi.                                                             Mandare i nostri soldati all’estero, costa al popolo Italiano,quasi 2 miliardi di euro ogni anno. A questo si aggiungono 20 miliardi per il mantenimento delle forze armate e  6 miliardi per l’acquisto di armi e armamenti.
                                                                                                             
Le vittime civili, coloro che non portano una divisa, è stato scritto con la minor pubblicità possibile. Il clamore con cui si da  rilievo alla morte di un militare è tanto esteso quanto lo è il silenzio che riguarda uomini, donne e bambini senza nome. Ogni anno, la missione dell’Onu in Afghanistan (Unama) tiene il rendiconto di quel silenzio che, viene per lo più ignorato dai giornali. La missione Onu ha calcolato che  al 29 dicembre 2011, risultavano 2.765 morti della coalizione in Afghanistan a seguito delle operazioni militari, 40 mila morti afghani e decine di migliaia di profughi e mutilati,  vittime dei raid aerei. Per sistemare la coscienza,  il generale britannico Rupert Smith ha definito «guerre tra la gente», in conflitti in cui, si vince la battaglia ma si perde la guerra.
Perché si fa la guerra in Afghanistan?
Se fosse un paese dove l’unica ricchezza e materia prima, fossero le patate, non farebbero di certo la guerra. La guerra in Afghanistan si fa per: le miniere d'uranio, il gasdotto trans-afgano, il posizionamento geo-strategico, il controllo del narcotraffico, le riserve petrolifere, ferro, rame, niobio, cobalto, oro, il litio, la cui richiesta e’ in aumento per via delle batterie dei veicoli elettrici e di moltissimi tecno gadget. I giacimenti afgani di litio sarebbero di entità pari a quelli boliviani, che attualmente soddisfano metà della richiesta mondiale.

l’Italia è in guerra.
E’ dal 2003-2004 che i nostri ufficiali integrati nel comando della Nato indicano  gli obiettivi da colpire dall’alto dei cieli.
Dal 27 giugno 2012 i tremila soldati italiani impegnati a terra nell’ «offensiva decisiva» Shrimp Net (Rete per gamberi) a sud di Farah, sono supportati dal cielo dagli elicotteri d’attacco Mangusta, dai Predator senza pilota ma capaci d’indicare gli obiettivi da colpire. Ora si aggiungono gli Amx con armamento micidiale: ordigni con sistemi sofisticati di precisione come il Lizard, bombe a guida laser e satellitare.
Il generale Chiapperini (3).ex comandante del nostro contingente in Afganistan conferma tutto. “L’Italia è in guerra”. Ora è ufficiale: “i nostri quattro cacciabombardieri Amx del 51esimo stormo, dispiegati a Herat bombardano a tappeto il nemico talebano”.                 Massimo Fogari(4), portavoce dello Stato maggiore dice: “ in passato, se avevamo bisogno dell’intervento dell’aviazione, chiamavamo gli alleati a compiere le missioni. Ora la nostra azione è diretta”. A Farah, la gente è molto disillusa, e la disillusione genera risentimento, che col tempo e massacri genera odio, che a sua volta ingrossa le fila dei combattenti.

Chi ha autorizzato l’entrata nella guerra aerea dell’Italia in Afghanistan?
È stato il governo «tecnico», sostenuto da Pdl, Udc e Pd e frange sparse del potere che ormai non rappresentano più nessuno, se non se stessi. Il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, il ministro che più tecnico non si può: è ammiraglio ed è stato comandante delle forze Nato.
 Lo stesso che  muove lobby militar-industriali e schieramenti politici connessi e ha  ottenuto l’approvazione di ben 90 cacciabombardieri F-35, nella finanziaria rivisitata dalla spending review (5) , che taglia spese sociali, assistenza e pensioni, che ci costeranno dai 15 ai 20 miliardi di euro, più altri Miliardi  per il loro completamento e costi esorbitanti per il mantenimento. Il generale Fabio Mini,dichiara.” Quando si parla di incrementare o di armare gli aerei, si parla anche di acquistare i Predator armati sfruttando i morti per fare acquistare cose che non servono e non serviranno a nessuno. Delle cose fantasiose; gli F35, per un nemico che non esiste…e chi vuole vendere e comprare mezzi che costano l’ira di dio e che non serviranno a niente, fa una speculazione su questi morti”
Altro che conflitto d’interessi. E’ guerra, quella più sporca, che coraggiosamente dall’alto dei cieli, scarica sul terreno pioggia di morte. Siamo in guerra, ma è meglio tacerlo. Meglio non sapere che la nostra Costituzione fondativa, all’articolo 11, recita che: l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi internazionali”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, grande mallevadore(6) del governo Monti, capo delle Forze Armate e garante della Costituzione: è lecito chiederLe se abbia autorizzato i bombardamenti aerei e se non ha niente da dire come capo dello stato e garante della costituzione Italiana,quella costruita dopo la essenza della demenza umana Nazifascista, costata decine di milioni di morti? Siamo al nocciolo del problema. I fuochi di guerra in corso e quelli nuovi che si annunciano aiutano le leadership occidentali a sostenere il «percorso di guerra», dentro la crisi del capitalismo globale, del loro modello di sviluppo.
Il capitalismo, che è fondato su una cultura economica e sociale che si deve produrre consumare e distruggere, cosi anche l’essere umano finisce in quell’infernale meccanismo di di autodistruzione, diventando un prodotto da usare e gettare,  quando è in crisi e non ha più sbocchi perché è marcio, allora riprende l’unica alternativa che attua ormai da secoli e secoli: la guerra . E’ il trionfo della morte sulla vita. In Afghanistan tutto questo si chiama crimine di guerra. Quel conflitto dura ormai più della guerra in Vietnam. Hanno allevato criminali e messi al potere per propri interessi, e questi criminali, come naturale della specie, si sono rivoltati contro i loro allevatori.  I bombardamenti aerei sono stati protagonisti, con la caratteristica di massacrare i civili, dicendoci abbiamo colpito i Talebani. Dai registri degli ospedali si possono verificare che: il 15% sono donne e il 35% sono bambini, vittime della guerra, ed è difficile considerarli come terroristi e nemici. Si fomenta l’odio negli afghani nei confronti degli occidentali e rendendo sempre più odioso e fantoccio il regime di Hamid Karzai: il corrotto presidente che sosteniamo militarmente. Siamo arrivati al punto che i raid aerei della Nato sono diventati il principale alleato dei talebani: più stragi di civili, più proteste popolari contro Karzai e la Nato. Tutto questo era purtroppo chiaro da tempo. Da quando il governo di centrosinistra accettò la presenza dei soldati italiani per fare la guerra in  Afghanistan. Altro che missioni di pace. La guerra,  è anche un fatto di abitudine. Ci si abitua ai morti, dunque anche alle bombe. Non ha suscitato grandi polemiche, anzi, nessuna, un silenzio assordante assai simile a quello che seguì le dichiarazioni di Giampaolo Di Paola nel gennaio scorso, quando al ministro ammiraglio in abiti civili, riuscì quello che al ministro civile in divisa, Ignazio La Russa, non era riuscito.
Nel novembre del 2010, aveva incautamente proposto di armare gli aerei italiani in Afghanistan. Allora ci fu una levata di scudi. Adesso fa e fanno carta straccia, nel silenzio più assoluto, delle prerogative del parlamento e dei dettati costituzionali.
E’ una guerra sporca che stiamo combattendo per conto terzi, da Prodi a Berlusconi,con Monti e ora continua alla grande con il governo Letta.
Tutti hanno difeso la presenza militare.
Tutti hanno taciuto sui massacri di civili.
Tutti nel disprezzo dell’articolo 11 della nostra Costituzione.
 L’industria bellica è una industria dello spreco, della distruzione, distrugge le persone, cose, inquina la terra. Rende inutile il lavoro delle persone e inutile la loro vita.
Ci sono i soldi per distruggere e ammazzare, distruggendo il bene comune e la difesa della UMANA VITA esistente. D'altronde è antitetico: o difendi la vita umana e la sua evoluzione, o difendi la cultura della morte.

L’Italia, l’Europa, il Mondo che amo, che festeggio e che voglio costruire: ripudia la guerra, l’odio, il razzismo e la xenofobia, lotta contro la povertà, elimina le spese militari e la cultura militaresca della società, investe sull’educazione, sul sapere, sulla conoscenza, difende, tutela e espande i diritti umani, la dignità umana e cura la Terra.   
UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.                                                                                                                                                                                   
                                                                                 
1)   Mons,Vincenzo Pelvi (Napoli, 11 agosto 1948) è un arcivescovo cattolico italiano, attualmente Ordinario Militare per l'Italia. Il 14 ottobre 2006 papa Benedetto XVI lo ha nominato Ordinario Militare per l'Italia, elevandolo alla dignità di arcivescovo. In quanto Ordinario Militare per l'Italia, ha ricevuto il grado onorifico di tenente generale secondo quanto previsto dalla legge.
2)   ( Pax Cristi, Tavola della Pace rete Italiana per il disarmo e numerose associazioni sociali laiche e cristiane)
3)   Herat, 14 settembre, cambio di comando del Regional Command
      West(RC-W) ISAF: il generale Luigi Chiapperini, comandante della brigata bersaglieri                                               
      Garibaldi, ha ceduto il comando al collega Generale Dario Ranieri, comandante della  
      brigata alpina Taurinense
4)   Massimo Fogari Generale di Brigata : ottobre 2003 è diventato Capo Ufficio pubblica informazione dello Stato Maggiore della Difesa e portavoce del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
5)   “revisione della spesa”
6)   (chi si fa garante, impegnandosi personalmente, per l'adempimento di un obbligo altrui)
7)   Fabio Mini, Generale di corpo d'armata, è stato capo di Stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa e a partire dal gennaio 2001 ha guidato il Comando Interforze delle
Operazioni nei Balcani Dall'ottobre 2002 all'ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace in Kosovo a guida NATO, nell'ambito della missione KFOR. ex comandante della Nato in Kosovo;”
 


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