Consiglio comunale del 02/07/2013 Dichiarazione del consigliere
comunale Marsilio Gatti del Partito della Rifondazione Comunista, alla lettura da parte dell’assessore
Marianini Claudio, degli ultimi caduti in Afghanistan, per un minuto di
silenzio.
Contro le guerre, l’odio, il
razzismo e la xenofobia.
La pace esiste, se esiste la cultura umana dell’essere e non
dell’avere, del possedere, dell’accumulare, del potere. L’amore umano è il fondamento principale della evoluzione della specie umana.
Afghanistan: Un paese
martoriato da oltre 30 anni di guerra
Il 24 dicembre 1979 l'esercito sovietico ricevette l'ordine di
invadere l’Afghanistan, poi subentrano i Talebani finanziati dagli Stati Uniti per
combattere i Russi. Dopo la presa del potere dei Talebani, il 7
ottobre 2001, le forze armate statunitensi e britanniche iniziarono un bombardamento
aereo sull'Afghanistan e l'invasione di terra del territorio sotto controllo talebano.
Dal gennaio 2006, la forza internazionale di assistenza per la sicurezza, (ISAF)
denominata NATO, iniziò a rimpiazzare truppe statunitensi nell'Afghanistan
meridionale.
Il cappellano militare
L’ordinario militare, mons. Pelvi (1), sostiene che: “fare il militare è una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana. Descrive l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei soldati uccisi nelle missioni all’estero, come una scuola di fede e parla dei cappellani militari come di parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”.
L’ordinario militare, mons. Pelvi (1), sostiene che: “fare il militare è una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana. Descrive l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei soldati uccisi nelle missioni all’estero, come una scuola di fede e parla dei cappellani militari come di parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”.
GLI
EROI-
(2 )
“Davanti ad ogni vita umana stroncata
è doveroso un rispetto profondo, ma è davvero
insopportabile questa retorica sulla guerra
sempre più incombente e asfissiante, che
continuano a chiamare le guerre “missioni di
pace” ed esalta i cappellani militari.
Ci scandalizziamo ogni volta che, un cristiano infanga il termine missione, confondendolo con le guerre, chiamate ”missioni di
pace”. Da sempre abbiamo
presentato ai cristiani gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete
rappresentarli con le armi in mano per nascondere le responsabilità di tanto
sangue versato in questa inutile strage. Fate diventare "eroi per la
pace" questi giovani strappati alla loro vita, vittime della guerra.
Le cosiddette “missioni di pace” non hanno
mai prodotto nulla se non una carneficina
e non hanno niente a che fare con la cultura cristiana. Non si contano nemmeno le vittime in campo nemico,
degradate ad «effetti collaterali”.
Sintesi della storia dei cappellani
militari
I cappellani
militari sono presenti in ogni caserma, accompagnano le navi da guerra, le
missioni all'estero e costano allo Stato Italiano, compresa la loro
organizzazione, 20 milioni di euro l’anno. Non
si finanzia la spiritualità ma la cultura della morte.
Quello dei cappellani militari, sacerdoti cattolici inquadrati
nelle forze armate italiane, è una storia che viene da lontano: tutti gli Stati
italiani preunitari avevano cappellani militari inquadrati nelle rispettive
forze armate sin dal XVII e XVIII secolo, tanto che nel 1865, dopo il
compimento dell'unità d'Italia, il Regio esercito ne contava 189. Diminuirono
drasticamente dopo l'occupazione di Roma del 1870, fino alla completa eliminazione
nel 1878 da parte dello Stato italiano a causa del divieto papale nei confronti
dei sacerdoti di portare assistenza all'esercito italiano considerato invasore
dello Stato pontificio. I cappellani furono ripristinati e questa volta in
massa, anche grazie ai mutati rapporti con il Vaticano e in vista dell'imminente
entrata in guerra dell’Italia ( I° guerra mondiale). Nell'aprile 1915, il
generale Raffaele Cadorna arruolò diecimila preti di cui 2.070 destinati ai
corpi combattenti. Tra il 1922 ed il 1925. viene temporaneamente soppresso il
servizio, rinacque poi nell'ambito di trattative tenute tra il governo fascista
e la Santa Sede
che segnò l'inizio di quel cammino che avrebbe portato ai Patti Lateranensi del
1929. Nel 1925 fu istituito dalla Chiesa e l'anno successivo riconosciuto dallo
Stato con la legge n. 417 del 1926,
l'Ordinariato militare per l'Italia, con a capo un
vescovo che è contemporaneamente generale ed un contingente di sacerdoti,
religiosi e religiose, inquadrati nelle forze armate con relativa divisa, gradi
e stipendi. Questa impostazione non è sostanzialmente mutata dal 1925, quindi
si può tranquillamente dire che l'attuale organizzazione dei cappellani è un residuo
dell'epoca fascista. Infatti sia il Concordato del 1929 sia altre leggi dello
Stato riuscirono a immettere i cappellani cattolici persino in santuari
fascisti come la
Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale e l'Opera Nazionale
Balilla fino a giungere alla repressione in Libia, alla guerra d'Etiopia, alla
guerra di Spagna ed alla II° guerra mondiale dove i cappellani assistettero,
senza peraltro mai prendere una posizione di condanna, alle atrocità delle truppe italiane
commesse in combutta con i nazisti in Jugoslavia, fino ad arrivare all'8
settembre 1943, quando l'Ordinario militare Mons. Bartolomasi ordinò ai
cappellani italiani di rimanere al fianco dei rispettivi eserciti contrapposti
sia al sud sia al nord, ovvero a militare sia sotto la bandiera del Regno
d'Italia sia sotto quella della Repubblica Sociale Italiana. Per servire
quest'ultima venne istituita il 14 dicembre 1943 presso Verona la II Sezione
dell'Ordinariato proprio per assicurare l'assistenza spirituale alle criminali
bande fasciste che si resero responsabili dei peggiori eccidi. Tutto questo
basterebbe per sciogliere l'Ordinariato, che invece fu confermato dopo la
proclamazione della Repubblica e riformato nel 1961, nel 1973, nel 1997 e nel
2000: attualmente il clero dell'ordinariato militare italiano è arruolato nelle
forze armate comprese quelle di polizia smilitarizzate. I relativi sacerdoti
sono equiparati agli ufficiali.
Quanto ci costano le missioni
militari all’estero?
Siamo
presenti in ben 35 missioni e in 14 scenari diversi.
Mandare i nostri soldati all’estero, costa al popolo
Italiano,quasi 2 miliardi di euro ogni anno. A questo si aggiungono 20 miliardi per il mantenimento delle
forze armate e 6 miliardi per l’acquisto
di armi e armamenti.
Le vittime
civili, coloro che non portano una divisa, è
stato scritto con la minor pubblicità possibile. Il clamore con cui si da rilievo alla morte di un militare è tanto
esteso quanto lo è il silenzio che riguarda uomini, donne e bambini senza nome.
Ogni anno, la missione dell’Onu in Afghanistan (Unama) tiene il rendiconto di
quel silenzio che, viene per lo più ignorato dai giornali. La missione Onu ha calcolato che al
29 dicembre 2011, risultavano 2.765
morti della coalizione in Afghanistan a seguito delle operazioni militari, 40 mila morti afghani e decine di
migliaia di profughi e mutilati, vittime dei raid aerei. Per sistemare la coscienza, il generale britannico Rupert Smith ha
definito «guerre tra la gente», in conflitti in cui, si
vince la battaglia ma si perde la guerra.
Perché si fa la guerra in Afghanistan?
Se
fosse un paese dove l’unica ricchezza e materia prima, fossero le patate, non
farebbero di certo la guerra. La guerra in Afghanistan si fa per: le miniere d'uranio, il
gasdotto trans-afgano, il posizionamento geo-strategico, il controllo del
narcotraffico, le riserve petrolifere, ferro, rame, niobio, cobalto, oro, il
litio, la cui richiesta e’ in aumento per via delle batterie dei veicoli
elettrici e di moltissimi tecno gadget. I giacimenti afgani di litio sarebbero
di entità pari a quelli boliviani, che attualmente soddisfano metà della
richiesta mondiale.
l’Italia è in guerra.
E’
dal 2003-2004 che i nostri ufficiali integrati nel comando della Nato
indicano gli obiettivi da colpire
dall’alto dei cieli.
Dal 27 giugno 2012 i tremila soldati
italiani impegnati a terra nell’ «offensiva decisiva» Shrimp Net (Rete
per gamberi) a sud di Farah, sono supportati dal cielo dagli elicotteri
d’attacco Mangusta, dai Predator senza pilota ma capaci d’indicare gli
obiettivi da colpire. Ora si aggiungono gli Amx con armamento micidiale:
ordigni con sistemi sofisticati di precisione come il Lizard, bombe a guida
laser e satellitare.
Il generale Chiapperini (3).ex comandante del nostro contingente in Afganistan
conferma tutto. “L’Italia è in guerra”. Ora è ufficiale: “i nostri quattro
cacciabombardieri Amx del 51esimo stormo, dispiegati a Herat bombardano a
tappeto il nemico talebano”. Massimo
Fogari(4), portavoce dello Stato maggiore
dice: “ in passato, se avevamo bisogno dell’intervento dell’aviazione,
chiamavamo gli alleati a compiere le missioni. Ora la nostra azione è diretta”.
A Farah, la gente è molto disillusa, e la disillusione genera risentimento, che
col tempo e massacri genera odio, che a sua volta ingrossa le fila dei
combattenti.
Chi ha autorizzato l’entrata nella guerra
aerea dell’Italia in Afghanistan?
È
stato il governo «tecnico», sostenuto da Pdl, Udc e Pd e frange sparse del
potere che ormai non rappresentano più nessuno, se non se stessi. Il ministro
della Difesa Giampaolo Di Paola, il ministro che più tecnico non si può: è
ammiraglio ed è stato comandante delle forze Nato.
Lo stesso che
muove lobby militar-industriali e schieramenti politici connessi e ha ottenuto l’approvazione di ben 90 cacciabombardieri
F-35, nella finanziaria rivisitata dalla spending review (5) , che taglia spese
sociali, assistenza e pensioni, che ci costeranno dai 15 ai 20 miliardi di
euro, più altri Miliardi per il loro
completamento e costi esorbitanti per il mantenimento. Il generale Fabio
Mini,dichiara.”
Quando si parla di incrementare o di armare gli aerei, si parla anche di
acquistare i Predator armati sfruttando i morti per fare acquistare cose che
non servono e non serviranno a nessuno. Delle cose fantasiose; gli F35, per un
nemico che non esiste…e chi vuole vendere e comprare mezzi che costano l’ira di
dio e che non serviranno a niente, fa una speculazione su questi morti”
Altro
che conflitto d’interessi. E’ guerra, quella più sporca, che coraggiosamente
dall’alto dei cieli, scarica sul terreno pioggia di morte. Siamo in guerra, ma
è meglio tacerlo. Meglio non sapere che la nostra Costituzione fondativa,
all’articolo 11, recita che: l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la
risoluzione delle crisi internazionali”. Il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, grande mallevadore(6) del governo Monti, capo delle Forze Armate e garante
della Costituzione: è lecito chiederLe
se abbia autorizzato i bombardamenti aerei e se non ha niente da dire come capo
dello stato e garante della costituzione Italiana,quella costruita dopo la
essenza della demenza umana Nazifascista, costata decine di milioni di morti? Siamo al nocciolo del problema. I
fuochi di guerra in corso e quelli nuovi che si annunciano aiutano le
leadership occidentali a sostenere il «percorso di guerra», dentro la crisi del
capitalismo globale, del loro modello di
sviluppo.
Il
capitalismo, che è fondato su una cultura economica e sociale che si deve
produrre consumare e distruggere, cosi anche l’essere umano finisce in
quell’infernale meccanismo di di autodistruzione, diventando un prodotto da
usare e gettare, quando è in crisi e non
ha più sbocchi perché è marcio, allora riprende l’unica alternativa che attua
ormai da secoli e secoli: la guerra . E’
il trionfo della morte sulla vita. In Afghanistan tutto questo si chiama
crimine di guerra. Quel conflitto dura ormai più della guerra in Vietnam. Hanno
allevato criminali e messi al potere per propri interessi, e questi criminali,
come naturale della specie, si sono rivoltati contro i loro allevatori. I bombardamenti aerei sono stati
protagonisti, con la caratteristica di massacrare i civili, dicendoci abbiamo
colpito i Talebani. Dai registri degli ospedali si possono verificare che: il 15% sono donne e il 35% sono bambini,
vittime della guerra, ed è difficile considerarli come terroristi e nemici. Si
fomenta l’odio negli afghani nei confronti degli occidentali e rendendo sempre
più odioso e fantoccio il regime di Hamid Karzai: il corrotto presidente che
sosteniamo militarmente. Siamo arrivati al punto che i raid aerei della Nato
sono diventati il principale alleato dei talebani: più stragi di civili, più
proteste popolari contro Karzai e la Nato.
Tutto questo era purtroppo chiaro da tempo. Da quando il
governo di centrosinistra accettò la presenza dei soldati italiani per fare la
guerra in Afghanistan. Altro che
missioni di pace. La guerra, è anche un
fatto di abitudine. Ci si abitua ai morti, dunque anche alle bombe. Non ha
suscitato grandi polemiche, anzi,
nessuna, un silenzio assordante assai simile a quello che seguì le
dichiarazioni di Giampaolo Di Paola nel gennaio scorso, quando al ministro
ammiraglio in abiti civili, riuscì quello che al ministro civile in divisa,
Ignazio La Russa, non era riuscito.
Nel
novembre del 2010, aveva incautamente proposto di armare gli aerei italiani in
Afghanistan. Allora ci fu una levata di scudi. Adesso fa e fanno carta
straccia, nel silenzio più assoluto, delle prerogative del parlamento e dei
dettati costituzionali.
E’
una guerra sporca che stiamo combattendo per conto terzi, da Prodi a Berlusconi,con Monti e ora
continua alla grande con il governo Letta.
Tutti
hanno difeso la presenza militare.
Tutti
hanno taciuto sui massacri di civili.
Tutti
nel disprezzo dell’articolo 11 della nostra Costituzione.
L’industria bellica è una industria dello
spreco, della distruzione, distrugge le persone, cose, inquina la terra. Rende inutile il lavoro delle persone e
inutile la loro vita.
Ci
sono i soldi per distruggere e ammazzare, distruggendo il bene comune e la
difesa della UMANA VITA esistente.
D'altronde è antitetico: o difendi la vita umana e la sua evoluzione, o difendi
la cultura della morte.
L’Italia, l’Europa, il Mondo che amo, che festeggio e che voglio costruire: ripudia la guerra, l’odio, il razzismo e la xenofobia, lotta contro la povertà, elimina le spese militari e la cultura
militaresca della società, investe
sull’educazione, sul sapere, sulla conoscenza, difende, tutela e espande
i diritti umani, la dignità umana e cura la Terra.
UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.
1)
Mons,Vincenzo Pelvi (Napoli, 11 agosto 1948) è un arcivescovo
cattolico italiano, attualmente Ordinario
Militare per l'Italia. Il 14 ottobre 2006 papa
Benedetto XVI lo ha nominato Ordinario Militare per l'Italia, elevandolo alla dignità di arcivescovo. In quanto
Ordinario Militare per l'Italia, ha ricevuto il grado onorifico di tenente
generale secondo quanto previsto dalla legge.
2)
( Pax Cristi, Tavola della Pace rete
Italiana per il disarmo e numerose associazioni sociali laiche e cristiane)
3)
Herat, 14 settembre,
cambio di comando del Regional Command
West(RC-W) ISAF: il generale Luigi Chiapperini, comandante della brigata
bersaglieri
Garibaldi, ha ceduto il comando al
collega Generale Dario Ranieri, comandante della
brigata alpina Taurinense
4)
Massimo Fogari Generale di Brigata : ottobre
2003 è diventato Capo Ufficio pubblica informazione dello Stato Maggiore della
Difesa e portavoce del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
5)
“revisione della spesa”
6)
(chi
si fa garante, impegnandosi personalmente, per l'adempimento di un obbligo
altrui)
7)
Fabio Mini, Generale di corpo d'armata, è stato capo di Stato maggiore del Comando
NATO per il Sud Europa e a partire dal gennaio
2001 ha guidato il Comando
Interforze delle
Operazioni nei Balcani
Dall'ottobre 2002 all'ottobre 2003 è
stato comandante delle operazioni di pace in Kosovo a guida NATO, nell'ambito della missione KFOR. ex comandante della Nato in Kosovo;”
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