Dichiarazione di voto del
consigliere Marsilio Gatti del Partito della Rifondazione Comunista e del
consigliere Valter Saresini di Liberamente sulla mozione: apertura nuova
farmacia presentata da Crescere Insieme (PD)
Voteremo a favore della Mozione perché:
1) Sconfessa il Patto di Stabilità.
2)
Sconfessa il “Salva Italia” –articolo 11 -che contiene le norme che impediscono
la prelazione ai comuni delle nuove aperture delle farmacie.
3) Sconfessa il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione
modificando l’articolo 81.
Le conseguenze del decreto Liberalizzazioni, convertito in
legge il 22 marzo 2012.
Manca la riconferma nella
legge (la legge 2.4.1968, n. 475) del
diritto di prelazione dei Comuni sulle oltre 3.000 farmacie che saranno aperte attraverso
il concorso straordinario e la perdita di mercato con l’introduzione della
vendita di alcuni farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie. Le farmacie
comunali, quindi, non saranno solo economicamente più deboli, ma anche
numericamente. La rappresentatività delle farmacie comunali sul totale del
numero delle farmacie sul territorio, che prima del decreto era pari all’ 8%,
subirà infatti un’ulteriore riduzione arrivando al 7%.
Lacrime di coccodrillo o ipocriti gestionali?
Dice L’ANCI, delusione su farmacie comunali.
Delude la mancata cancellazione del divieto di prelazione comunale
rispetto alle nuove aperture cittadine Auspichiamo pertanto che il Governo sia
sensibile alle richieste dell'ANCI quale portatrice delle esigenze dei
territori, condividendo gli interventi chiarificatori da inserire nel previsto
regolamento sui criteri per l'analisi di mercato e la delibera quadro
sull'affidamento in esclusiva''
Avanti potete fare anche di
peggio, altro che Europa.
Il riconoscimento delle farmacie comunali
viene innanzitutto dall’Europa che avvalla non solo il diritto di prelazione
sull’esercizio della metà delle sedi farmaceutiche vacanti o di nuova
istituzione, ma nel contempo distingue l’esercizio delle farmacie comunali da
quello di ogni altro servizio pubblico locale.
Nel 1968 la riforma
Mariotti, con la legge 2.4.1968, n. 475, stabilì che l’apertura delle farmacie
comunali avvenisse invece a seguito della revisione biennale della pianta
organica, garantendo ai comuni il 50% delle farmacie di nuova istituzione o
vacanti sulle quali potevano esercitare il diritto di prelazione. Negli anni
’90, sulla spinta della cultura liberista incomincia la legiferazione che vide poi farsi strada le cosiddette
privatizzazioni nell’ambito di un processo culturale che cominciò a far venire
meno la percezione del ruolo sociale svolto dalle farmacie pubbliche, si giunse
persino tra il 1989 ed il 1990
a prevedere la facoltà, per i comuni, di alienare la
titolarità delle farmacie possedute e il continuo susseguirsi di norme in
materia di servizi pubblici, sempre più finalizzate all’ingresso dei privati,
Sospendere per i Comuni il
diritto di prelazione sulle farmacie di nuova istituzione è il principio alla
base dell’elaborazione dell’art. 11 salva Italia, per la sua attuazione la
scelta è stata ideologica, scelta di classe, scelte speculative, la sanità, la
salute, deve creare profitto, deve essere una merce e quindi anche l’essere
umano deve diventare merce del mercato. Quelle forze politiche che hanno
approvato il “Salva Italia” e il decreto
Liberalizzazioni, convertito in legge il 22 marzo 2012. sono
responsabili di tale e nefasto principio.
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