QUESTA E’ LA CONSEGUENZA DELLA PESSIMA GESTIONE URBANISTICA DI
CHI HA DIRETTO IL COMUNE DI VILLA CARCINA NEGLI ULTIMI 30 ANNI. QUELLI DI
CENTROSINISRA HANNO SEMPRE CEMENTIFICATO, QUELLI DEL CENTRODESTRA STANNO CEMENTIFICANDO.
TUTTI COSTORO IMPERTERRITI
CONTINUANO NEL DISASTRO.
103.290 MQ DI TERRENO
AGRICOLO VENGONO IN
PRATICA CEMENTIFICATI E DISTRUTTI SENZA ALCUN
SENSO CIVILE E IL CORRETTO USO DELLA RAGIONE.
VERRANNO COSTRUITI 250 APPARTAMENTI CON UN PRESUNTO AUMENTO
DI POPOLAZIONE DALLE 700 ALLE 900 UNITA’. VI SARANNO 500 AUTO IN PIU’ CHE CIRCOLERANNO NEL
TESSUTO URBANO, AUMENTANDO I GRAVI PROBLEMI ESISTENTI.
A CHI
SERVONO QUESTE NUOVE ABITAZIONI DATO CHE NEL COMUNE SONO CENSITI
PIU’ DI
600 TRA APPARTAMENTI VUOTI E CASE VECCHIE DA RECUPERARE?
PERCHE’ VOGLIONO COSTRUIRNE ANCORA?
PERCHE’ VOGLIONO DISTRUGGERE ALTRO
TERRITORIO?
QUESTA E’ LA CULTURA CHE PORTA AL DISASTRO ECONOMICO, POLITICO E SOCIALE.
AVREBBERO DOVUTO
METTERE “LA PROPRIA TESTA NELLA COLATA DI
CEMENTO”: FORSE ERA L’UNICO MODO PER NON FARE DANNI AL TERRITORIO E AI
CITTADINI.
Sintesi
della dichiarazione di voto e della mozione presentata sull’AdT4 dai consiglieri comunali Marsilio Gatti di
Rifondazione Comunista e Valter Saresini di
Liberamente nel consiglio comunale del
20 febbraio 2012.
Chiediamo
di sospendere il programma di
costruzione dei 250 appartamenti
decisi nel Piano di Attuazione di iniziativa Privata, Ambito di Trasformazione AdT4
e sub comparto AdTa e AdTb, posti tra via Garibaldi e via Fucine a Carcina. Noi
riteniamo che si debba rinunciare a rappresentare gli interessi di pochi, per
il bene della collettività e che questa debba essere la nuova politica sociale
delle comunità, se la parola comunità ha
ancora senso. Bisogna domandarsi seriamente a chi servano realmente i 250 nuovi appartamenti programmati con
l’AdT4, dato che già oggi nel nostro
comune esistono più di 600 case o
appartamenti vuoti, completamente inutilizzati, che
occupano spazio senza alcuna utilità per i residenti, mentre i centri storici
sono lasciati in agonia. Bisogna salvaguardare il suolo agricolo
sia come risorsa economica che come risorsa ambientale. Cementificare
senza una vera necessità significa ridurre il suolo rendendo il terreno
impermeabile, con tutte le conseguenze connesse.
Oggi l’imperativo
è quello di salvaguardare la terra.
Un
popolo che ama veramente il proprio Paese, che conosce il proprio territorio,
che ne comprende le eredità naturalistiche e storiche e possiede un serio progetto
di futuro, non farebbe mai tale mega cementificazione per un
pugno di monete. Certo, la cultura liberista di chi ci ha governato negli
ultimi 30 anni ha obbligato i Comuni a distruggere il proprio territorio in
cambio degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente. Ma se una
cosa è ormai estremamente limitata sul pianeta è proprio la terra e ancor più
la terra fertile. Il rispetto che dobbiamo al suolo è immenso e non dobbiamo
esaurirlo con progetti che lo distruggono per sempre.
Uno sviluppo urbanistico diverso
e totalmente rispettoso del territorio abbinato a una cultura eticamente diversa e più
solidale, sceglierebbe di riqualificare
in meglio tutto il patrimonio edilizio l'esistente. Questa alternativa dipende in ultima istanza dalle scelte e dalla volontà
dei cittadini. L’attuale Amministrazione e il Consiglio comunale devono coinvolgere
i cittadini nelle decisioni che coinvolgono la qualità della vita della
comunità. Questo è un valore fondamentale della evoluzione delle società civili.
La storia non è sempre esistita. La storia la scriviamo
noi. La storia che
conosciamo è l’unica storia che è avvenuta.
Ma non era l’unica storia possibile.
Oggi noi sappiamo che possiamo cambiare le cose, se
le abbiamo capite e compreso il perché succedono. Chi decide l’uso del territorio? Secondo la
legge sono i Comuni, le Regioni, quindi i cittadini che in ultima istanza
eleggono i loro rappresentanti.
Il compito di un
amministratore sarebbe quello di tutelare sapientemente le risorse e gestire al
meglio il bene comune, non dunque favorire acriticamente la cultura dell’avere
e dell’accumulare, bensì rappresentare la cultura dell’essere.
La cultura liberista del
mercato globale è:
-
quella della distruzione del suolo per speculazioni e profitti di pochi
che ricadono sul debito pubblico e quindi a carico di tutti i cittadini,
-
quella che non utilizza il suolo per esigenze alimentari, per la
biochimica e finalità energetiche.
Perché
non procedere allora ad un attento ed approfondito censimento che verifichi
l’esatta consistenza del patrimonio abitativo e delle necessità dei cittadini
di Villa Carcina, al fine di capire a quanto ammontino gli alloggi sfitti, gli alloggi
e le case da ristrutturare, le case e gli appartamenti invenduti e non
utilizzati e perché invece qualcuno continua a chiedere di costruire, anche se in
realtà non ve n’é bisogno.
Il Comune di Villa Carcina, rispetto al proprio
territorio, alla sua conformazione e alle sue esigenze sociali, non ha alcun bisogno
di cementificare, ma ha tutto l’interesse di salvaguardare quel poco che rimane. Villa
Carcina non è più quel grande comune industriale che richiedeva mano d’opera per
cui doveva soddisfare la forte domanda
di alloggi sul luogo di lavoro. Villa Carcina, se oggi costruisce, distrugge
quel poco di territorio libero - l’ultimo
polmone verde rimasto - per ampliare un paese dormitorio in evidente
sofferenza urbanistica.
Ci
saranno dalle 700 alle 900 persone in più che aumenteranno le
problematiche sociali, 500 macchine
in più che circoleranno nel tessuto urbano del comune, creando ulteriori seri problemi di mobilità. Aumenteranno così i problemi storicamente
irrisolti di questo comune mentre mancheranno spazi sociali, scuole opportunamente
dimensionate e centri di aggregazione per giovani e anziani. Saranno inoltre completamente
e definitivamente eliminati spazi per la protezione civile.
La
cementificazione ingiustificata del territorio è un concetto devastante imposto
con violenza alla comunità, mentre oggi si deve migliorare solo in qualità, non
più in quantità come in passato, per
dare cioè risposte alla domanda di maggiori beni sociali e di migliore
convivenza della collettività.
Per
questo abbiamo chiesto di sospendere il progetto di cementificazione dell’AdT4,
anche se a suo tempo inserito nel nuovo
PGT. Noi riteniamo che le motivazioni a costruire in maniera così devastante a
Carcina siano solamente di tipo speculativo e che sia ora di passare dalla
cultura della cementificazione alla cultura del rispetto dello spazio comune,
per lasciare alle nuove generazioni la possibilità di godere della meravigliosa
natura che è il fondamento della vita delle persone.
RIFONDAZIONE
COMUNISTA E LIBERAMENTE
HANNO VOTATO CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO DI
CARCINA
HANNO VOTATO A FAVORE P.D.L. - LEGA
NORD - CRESCERE INSIEME (PD)
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