domenica 13 maggio 2012


Dichiarazione di voto del consigliere Marsilio Gatti del Partito della Rifondazione Comunista e del consigliere Valter Saresini di Liberamente sul regolamento dell’addizionale irpef comunale presentato dalla giunta Giraudini.

Perché votiamo contro: 1) quando eravate alla opposizione eravate contro l’introduzione della addizionale irpef comunale accusando il Centrosinistra di mettere in difficoltà le famiglie e avete fatto fuoco e fiamme, ora che governate da più di due anni, l’addizionale irpef non l’avete tolta e nemmeno diminuita, ma  con il vostro bilancio le tasse comunali sono aumentate.
2) Avete stabilito una aliquota fissa, unica per tutti i redditi, indipendentemente che uno abbia un reddito di 15.000 euro o di 150.000 euro, vuole dire gravare sul reddito più basso l’imposizione fiscale.
3) L’aliquota fissa e’Anticostituzionale - art 53- Tutti parlano della costituzione, fanno ricorrenze e celebrazioni, ma quando devono applicarla…….la costituzione per loro e bella soltanto se finisce definitivamente nella discarica. Troppa è l’ipocrisia che ci governa.

Il tema che “più uno è ricco più deve pagare” è stato ribadito sia dalla Rivoluzione inglese che da quella francese. Questi movimenti si erano infatti già resi conto che non può esserci giustizia, intesa come equilibrio dei gruppi di una collettività, se non vi è una corretta perequazione dei beni.                                 
 I redditi dei dipendenti e dei pensionati, sono già stati falcidiati dall’aumento dell’Irpef regionale e chi governa alla regione Lombardia?
L’organizzazione fiscale dello Stato si conferma come uno strumento di sottrazione di reddito e ricchezza dai lavoratori e pensionati a favore dei ricchi o di inutili e costose grandi opere. Ma appena le banche alzano un sopracciglio … il governo obbedisce, dato che sono i loro rappresentanti e le forze politiche si inginocchiano.
Nella busta-paga di marzo i lavoratori e i pensionati, in tutte le Regioni, anno pagato il conguaglio 2011 dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef deciso con il decreto Salva Italia del governo Monti. L’aumento è pari allo 0,33 per cento dell’aliquota base  e porta l’aliquota dallo 0,9% all’1,23 per cento. Già nella busta paga del mese di febbraio, appena alle nostre spalle, c’è stato un altro piccolo salasso: il previsto acconto del 30 per cento dell’addizionale del 2012 che quest’anno è stato più salato del 2011 perché comprende l’aumento dello 0,33%. Le buste paga di questo mese saranno giocoforza più leggere perché si paga per la prima volta il conguaglio dell’aumento delle addizionali regionali, che si accompagna all’acconto del 30% delle addizionali comunali.
Un esame puntuale e onesto del sistema fiscale italiano, porta dritti dritti alla conferma che anche davanti al fisco prevalgono le discriminazioni di classe, con una storia, un presente e un futuro che vede il sistematico trasferimento di ricchezza dal lavoro alla rendita, anche sul piano dell'organizzazione delle imposte.


                                                      


In Italia, chi è fedele al Fisco sopporta una pressione fiscale - previsione ufficiale del 2012-  del 45%, mentre quella reale -  confermato dall’ulteriore aumento dell’Iva previsto per il prossimo autunno -dovrebbe toccare il 54,5% secondo l’analisi della. CGIA di Mestre
La storia ce lo ha insegnato e ormai lo dovremmo avere imparato: nessuno Stato è in grado di reggersi senza un sistema fiscale efficiente, nessuna società può funzionare senza un sistema fiscale equo. Le tasse non sono belle e non sono brutte. Le tasse sono semplicemente lo strumento necessario per poter vivere insieme, cercando di non lasciare nessuno indietro. Le tasse sono il prezzo da pagare per vivere in una società giusta ed equa. Ed è un prezzo che dovremmo pagare tutti. Perché, dice Einaudi-  «la giustizia, in materia di imposta, vuol dire uguaglianza di trattamento per persone che si trovino in uguali condizioni».   Non pagare le tasse vuol dire rubare soldi alla collettività. Non è una “furbata”, ma un sistema criminale                                                                                                                            
Ai cittadini che pagano le tasse, la pressione fiscale sembra davvero ingiusta. Perché chi paga le tasse sopporta il peso di chi le tasse non le paga. Anzi, subisce l’elevata pressione fiscale che lo Stato deve imporre a carico di tutti quei cittadini che le tasse non possono fare a meno di pagarle o che decidono spontaneamente e per senso civico di pagarle spontaneamente. A livello di uomo della strada, si ragiona in due modi, il primo è  il calcio dove  tutti sono allenatori o giocatori, il secondo, consiste nel fregare il fisco. Perché in Italia chi è più furbo vince, e chi paga le tasse è un cretino. Ed è una mentalità dura da sradicare.

La Costituzione della Repubblica Italiana: articolo 53
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.


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