Dichiarazione di voto del consigliere Marsilio Gatti
del Partito della Rifondazione Comunista e del consigliere Valter Saresini di
Liberamente sul regolamento dell’addizionale irpef comunale presentato dalla
giunta Giraudini.
Perché votiamo contro: 1) quando eravate alla opposizione eravate contro
l’introduzione della addizionale irpef comunale accusando il Centrosinistra di
mettere in difficoltà le famiglie e avete fatto fuoco e fiamme, ora che
governate da più di due anni, l’addizionale irpef non l’avete tolta e nemmeno
diminuita, ma con il vostro bilancio le
tasse comunali sono aumentate.
2) Avete stabilito una
aliquota fissa, unica per tutti i redditi, indipendentemente che uno abbia un
reddito di 15.000 euro o di 150.000 euro, vuole dire gravare sul reddito più
basso l’imposizione fiscale.
3) L’aliquota fissa e’Anticostituzionale
- art 53- Tutti parlano della costituzione, fanno ricorrenze e celebrazioni, ma
quando devono applicarla…….la costituzione per loro e bella soltanto se finisce
definitivamente nella discarica. Troppa è l’ipocrisia che ci governa.
Il tema che “più uno è ricco
più deve pagare” è stato ribadito sia dalla Rivoluzione inglese che da quella
francese. Questi movimenti si erano infatti già resi conto che non può esserci
giustizia, intesa come equilibrio dei gruppi di una collettività, se non vi è
una corretta perequazione dei beni.
I redditi dei dipendenti e dei pensionati, sono già stati falcidiati
dall’aumento dell’Irpef regionale e chi governa alla regione Lombardia?
L’organizzazione fiscale
dello Stato si conferma come uno strumento di sottrazione di reddito e
ricchezza dai lavoratori e pensionati a favore dei ricchi o di inutili e
costose grandi opere. Ma appena le banche alzano un sopracciglio … il governo
obbedisce, dato che sono i loro rappresentanti e le forze politiche si
inginocchiano.
Nella busta-paga di marzo i
lavoratori e i pensionati, in tutte le Regioni, anno pagato il conguaglio 2011
dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef deciso con il decreto Salva
Italia del governo Monti. L’aumento è pari allo 0,33 per cento dell’aliquota
base e porta l’aliquota dallo 0,9%
all’1,23 per cento. Già nella busta paga del mese di febbraio, appena alle
nostre spalle, c’è stato un altro piccolo salasso: il previsto acconto del 30
per cento dell’addizionale del 2012 che quest’anno è stato più salato del 2011
perché comprende l’aumento dello 0,33%. Le buste paga di questo mese saranno
giocoforza più leggere perché si paga per la prima volta il conguaglio
dell’aumento delle addizionali regionali, che si accompagna all’acconto del 30%
delle addizionali comunali.
Un esame puntuale e onesto
del sistema fiscale italiano, porta dritti dritti alla conferma che anche
davanti al fisco prevalgono le discriminazioni di classe, con una storia, un
presente e un futuro che vede il sistematico trasferimento di ricchezza dal
lavoro alla rendita, anche sul piano dell'organizzazione delle imposte.
In Italia, chi è fedele al
Fisco sopporta una pressione fiscale - previsione ufficiale del 2012- del 45%, mentre quella reale - confermato dall’ulteriore aumento dell’Iva
previsto per il prossimo autunno -dovrebbe toccare il 54,5% secondo l’analisi
della. CGIA di Mestre
La storia ce lo ha insegnato
e ormai lo dovremmo avere imparato: nessuno Stato è in grado di reggersi senza
un sistema fiscale efficiente, nessuna società può funzionare senza un sistema
fiscale equo. Le tasse non sono belle e non sono brutte. Le tasse sono
semplicemente lo strumento necessario per poter vivere insieme, cercando di non
lasciare nessuno indietro. Le tasse sono il prezzo da pagare per vivere
in una società giusta ed equa. Ed è un prezzo che dovremmo pagare
tutti. Perché, dice Einaudi- «la
giustizia, in materia di imposta, vuol dire uguaglianza di trattamento per
persone che si trovino in uguali condizioni». Non pagare le tasse vuol dire rubare soldi
alla collettività. Non è una “furbata”, ma un sistema criminale
Ai cittadini che pagano le
tasse, la pressione fiscale sembra davvero ingiusta. Perché chi paga le tasse
sopporta il peso di chi le tasse non le paga. Anzi, subisce l’elevata pressione
fiscale che lo Stato deve imporre a carico di tutti quei cittadini che le tasse
non possono fare a meno di pagarle o che decidono spontaneamente e per senso
civico di pagarle spontaneamente. A livello di uomo della strada, si ragiona in
due modi, il primo è il calcio dove tutti sono allenatori o giocatori, il
secondo, consiste nel fregare il fisco. Perché in Italia chi è più furbo vince,
e chi paga le tasse è un cretino. Ed è una mentalità dura da sradicare.
La Costituzione della Repubblica Italiana:
articolo 53
Tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il
sistema tributario è informato a criteri di progressività.
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