venerdì 17 gennaio 2014

Dichiarazione di voto sul Regolamento Edilizio Comunale, allegato Energetico, del capogruppo consiliare del Partito della Rifondazione Comunista . Marsilio Gatti.

Tra il 2000 e il 2010 i consumi legati all’edilizia sono e rappresentano complessivamente circa il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali. 
La nuova Direttiva 31/2010, prevede date precise per una “transizione radicale”: 
  •  dal 1°gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici costruiti in Paesi dell’Unione Europea e 
  • dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di soddisfarli attraverso l’apporto di fonti rinnovabili. 
l’Unione Europea si è impegnata a raggiungere entro il 2020, la riduzione delle emissioni di CO2 e lo sviluppo delle fonti rinnovabili con impegni vincolanti per tutti gli Stati membri. l’Italia è  dipendente per le fonti energetiche dall’estero e dalle fonti fossili per l’85%, superiori ad ogni stato Europeo e pesa enormemente sul PIL della nostra bilancia energetica e quindi l’Italia ha tutto l’interesse a percorrere questa strada, essendo il paese del sole. Sono ormai decenni che gli esperti nel settore dimostrano la convenienza per i singoli, ma soprattutto per il sistema paese. Questo concetto semplice non riesce a penetrare nella nostra cultura e di chi ci governa e quindi tradursi in competenze e tecniche. Attraverso la chiave dell’energia è possibile, riqualificare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, per renderli oltre che meno energivori più belli, ospitali, salubri.
E’ una opportunità che va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro proprio in un campo, come quello del risparmio energetico e dell’innovazione tecnologica, ad alto tasso di occupazione e con importanti possibilità di ricerca applicata. Oggi non esiste alcuna ragione economica o tecnica, che possa impedire che tutti i nuovi edifici, siano progettati e costruiti per essere in Classe A di certificazione energetica. E’ dimostrato che l’incidenza sul costo di costruzione. per un edificio ad alta efficienza energetica rispetto a un edificio tradizionale varia dal 5 al 10% e si ammortizza in 4/5 anni e una ristrutturazione ad alta efficienza energetica si ammortizza in 8/10 anni. 
L’obiettivo è raggiungere a gennaio 2021 gli standard proposti dall’Europa. 
In questi anni chi ci a governato è stato del tutto volutamente assente, finendo continuamente sotto procedura d’infrazione da parte della Commissione europeaChi ci governa ora, a recepito le normative europee per non dover pagare pesanti penali economiche. Avrebbe dovuto, se diverso culturalmente, coordinare le Regioni e Comuni su tale problema, invece a attuato il principio: aspettiamo lo “spirito santo” - cioè continuando la politica del furbo – per questo navighiamo nel disastro economico, politico e sociale. 
Per raggiungere la sfida del 2021 occorre percorrere tre strade in parallelo: 
  1. Introdurre regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni certe e non modificabili, per chi non rispetta le regole. 
  2. Stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A, ovviamente chiarire le modalità di calcolo del contributo delle fonti rinnovabili, in modo da garantire una riduzione drastica, delle bollette dettate dai consumi da fonti fossili per il riscaldamento e raffrescamento, ma con pari o maggiore comfort e soprattutto, rimettere il beneficio per l’acquisto della prima casa ad alta efficienza energetica. 
Premiare nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica di appartenenza, con incentivi in funzione del “salto” effettuato.La maggior parte delle costruzioni esistenti in Italia, si colloca in classe G e le attuali nuove costruzioni che vediamo pubblicizzate come ad “alto risparmio energetico” si collocano in classe D.  Ma a chi attribuire un’ipotetica “colpa” per questa situazione “di ignoranza”?  Ai costruttori? Agli acquirenti? Allo Stato? 
Penso che si possa dire in modo assoluto che: sia la classe dirigente politica che dei costruttori e impresari, hanno  ragionato e agito  in base a una questione semplice e tutto insito nella cultura Italiana: ma chi se ne “frega”, o “vai avanti tu che a me mi vien da ridere”, ed è una cultura distruttiva del territorio e dell’ambiente in cui noi viviamo e che sta producendo enormi disastri umani, economici e sociali e sul nostro PIL. 
Qualcuno invece dice che: “purtroppo la politica e la maggior parte di costruttori, imprese, ed anche progettisti, non sono al passo coi tempi, molti ignorano cosa voglia dire e come si possa migliorare la Classe Energetica di un edificio”. In parte è vero, ma so che capiscono molto bene come fare speculazione edilizia. 
Ci sono stati ritardi in questi anni, ma oggi la certificazione degli edifici è legge, obbligatoria in tutta Italia e si deve dare certezze a questa prospettiva, migliorare progressivamente gli obiettivi e gli standard energetici in modo da accompagnare la prospettiva prevista per i nuovi edifici al 2020 e migliorare le prestazioni per quelli esistenti. E’ per questo che il Governo avrebbe dovuto coordinare insieme alle  Regioni e ai Comuni per avere regole chiare e unitarie per questa prospettiva, che allo stato attuale non ci sono e ogni regione e comune fa da sé. 
I comuni possono fare la differenza nella gestione della cosa pubblica e essere motore del cambiamento, o essere solo pesi morti e dannosi, quindi inutili come istituzioni, nella evoluzione economica e sociale della specie umana. 
Villa Carcina non ha bisogno di case, ne ha da svendere, (+600 case vuote) anzi, dovrebbe dichiarare lo stop alle nuove costruzioni, preservando il territorio del comune. Ma, questa cultura non esiste ed è cultura comune di quasi tutti gli eletti nel consiglio comunale, PdL- Lega Nord-Crescere Insieme). Ora anche l’occasione dettata dalla obbligatorietà delle norme Europee non viene colta con l’allegato energetico al R.E.C, in modo di avere tutte le nuove costruzioni in classe Energetica A e con l’obbligo di installazione dei pannelli solari integrati. 
Con questo allegato Energetico, al Regolamento Edilizio Comunale, si perde l’occasione come Comune di dare il nostro contributo, per velocizzare la riparazione del clima del pianeta e dare un contributo al nostro PIL. Per tutte le ragioni sopra esposte: voto contro all’allegato Energetico al Regolamento Edilizio Comunale. 
29/11/2013 

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