Consiglio comunale del-09-05-2011 Villa Carcina
Presentato dal Partito della Rifondazione Comunista
Consigliere comunale Marsilio Gatti
O.D.G; contro la guerra- per la pace.
Documenta lo storico Angelo Del Boca: «Negli scaffali della ex Casa
del mutilato a Tripoli ci sono 100.000 dossier. In ciascuno di essi
c’è la storia di un assassinio politico, di un’impiccagione sommaria,
di una deportazione senza ritorno, di un furto di terre, di una confisca,
di una mutilazione, di infiniti altri soprusi. 100.000 tragiche storie che vanno
dal 1911 al 1943. Esse illustrano il calvario di un popolo che è stato, senza alcuna ragione plausibile, aggredito, soggiogato, umiliato, in alcune regioni decimato». Ufficialmente risultano oltre 3 mila i libici segregati nel Belpaese
e nessuno ha fatto ritorno a casa – in realtà furono 30 mila.
Quanti morti? Quanti annientati per sempre nello spirito e nel corpo?
Quanti lasciati impazzire dal dolore e dalla nostalgia? Le vittime non vennero
mai registrate: morti di nessuno”.
Dando per buono il censimento della Cirenaica del 1920 che annotava 225.000 abitanti e tenendo conto che 20.000 fuggirono in Egitto, ricordando poi il censimento italiano del 1931 che registrava solo 142.000 anime (oltre a 18.500 italiani), si deve dedurre che in undici anni la popolazione del Paese diminuì di circa 83.000 persone: 20.000 rifugiate in Egitto e ben 63.000 per la guerra, la deportazione e la prigionia.
Anche il patrimonio zootecnico venne ampiamente distrutto: gli ovini da 800.000 nel 1926 si ridussero a 98.000 nel 1933, i cammelli da 75.000 a 2.600, i cavalli da 14.000 a 1.000, gli asini da 9.000 a 5.000.
“Una vera e propria carneficina, dunque, o, per meglio dire, un "genocidio" praticato dal "buon italiano", il cui ricordo risulta ancora rimosso dalla memoria collettiva dell'Italia, nonostante gli sforzi di quegli storici che lo segnalano all'attenzione, di chi non ha paura della verità”.
Oggi come 100 anni fa, è in corso contro la Libia una vera e propria guerra condotta dalla Nato, dagli Usa e da potenze ex coloniali, fra cui l’Italia che, con il pretesto di difendere i diritti umani della popolazione civile, ha come obiettivo principale il controllo delle risorse energetiche e per primo il petrolio.
L’ intervento militare va abbondantemente oltre il mandato della risoluzione dell’ONU, non può avere finalità umanitarie, come dimostra il numero dei morti civili in rapida ascesa, ma rappresenta un tentativo, di ricolonizzazione e occupazione, che contrasta con la carta delle Nazioni Unite e con l’articolo 11 della nostra Costituzione, inoltre, rappresenta l’ennesima tragedia, imposta a quel popolo, ed allontana la prospettiva di una Libia unita, indipendente, repubblicana e democratica. Dall’altra parte ribadiamo la nostra netta condanna, del regime dispotico di Gheddafi, che ha sempre calpestato diritti umani e democrazia, così come ribadiamo la netta condanna
e le gravi complicità, che hanno caratterizzato la relazione tra il governo italiano e quel regime, a cui era stato affidata la repressione e il contenimento per mano militare dei profughi e degli immigrati.
Condanniamo senza e senza ma, i bombardamenti in atto sulla Libia condotti da alcune potenze occidentali, con la complicità dell'Italia e chiediamo che sia interdetto l’uso delle basi, collocate sul nostro territorio, dalle quali parte l’azione militare. Chiediamo, immediato ritiro dell'Italia dalla coalizione “dei volenterosi”, e il divieto all'utilizzo del territorio italiano, come supporto agli eserciti in guerra e il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione italiana (“L'Italia ripudia la guerra”). Chiediamo inoltre una iniziativa coordinata con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace- dato che il comune di Villa Carcina si definisce; comune della pace- affinché sia assunta da Comuni, Province e Regioni, unitamente con la società civile e il mondo dell’associazionismo, una immediata mobilitazione per la pace e contro la guerra, per l’immediato cessate il fuoco e il sostegno ai profughi e alle vittime del conflitto
Invece delle bombe: la politica.
Invece degli affari: i diritti umani.
Invece della propaganda: l’informazione.
Invece dei respingimenti: l’accoglienza.
Invece del petrolio: le energie rinnovabili
«la guerra è il fallimento della politica»
«strumento strutturale del dominio, per il possesso delle ricchezze dei popoli». "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
E come disse il papa Woitila;
“Mai più guerre- mai più guerre”.
Il che impone di opporre a quella capitalistica, la mondializzazione dei diritti fondamentali, dell’eguaglianza, della tolleranza, della dignità umana,
del progresso economico e sociale di tutti i popoli.
Impone la mondializzazione della pace. Impone la ricerca e l’attivazione
del modo di produrla. La guerra propone un sistema industriale e culturale che proprio in armamenti distrugge risorse enormi, sufficienti ad affermare un "altro" indispensabile futuro di giustizia sociale e sostenibilità Non può esistere "guerra umanitaria" perché, come prova indiscutibilmente la storia degli ultimi decenni, i diritti umani non si difendono con la guerra. E che la guerra, lungi dal risolvere i problemi, li moltiplica e li esaspera.
l’Italia e l’Europa, non vogliono regimi democratici sulla sponda sud del mediterraneo, li temono. L’Italia e l’Europa desiderano regimi, perché è con quei regimi che si stipulano gli accordi, che li obbligano a svolgere la funzione di gendarmi, per conto d’altri. La guerra non ha mai salvato un popolo dall’oppressione dei poteri
Si ripete alla lettera, il modello dell’aggressione criminale della Nato
contro la Serbia del 1999, voluta dal presidente Bill Clinton
per la «liberazione» del Kosovo. E da una Europa incapace di fare la politica della pace
Si è trattato di un intervento «umanitario», che ha fatto strage dal cielo di migliaia di persone innocenti. È sufficiente una rapida lettura della risoluzione 1973 del 17marzo, con la quale si è deciso il «No-Fly Zone» contro la Libia, per cogliervi una gravissima violazione della Carta delle Nazioni Unite,
oltre che del diritto internazionale generale. La violazione della Carta è evidente, se si tiene presente, che il comma 7 dell’art. 2 stabilisce che «nessuna disposizione del presente Statuto, autorizza le Nazioni Unite ad intervenire, in questioni che appartengano alla competenza interna di uno Stato». È dunque indiscutibile che la «guerra civile» di competenza interna alla Libia non è un evento di cui possa occuparsi militarmente il Consiglio di Sicurezza. Oltre a questo, l’articolo 39 della Carta delle Nazioni Unite
prevede che il Consiglio di Sicurezza, può autorizzare l’uso della forza militare soltanto dopo aver accertato l’esistenza di una minaccia internazionale della pace, di una violazione della pace o di un atto di aggressione (da parte di uno Stato contro un altro Stato). Questa è dunque una seconda, assoluta ragione, che rende criminale la strage di
persone innocenti che i volenterosi alleati europei e gli Stati
Uniti si apprestano a fare in Libia. E copre di vergogna il governo italiano impegnato con le sue basi e i suoi aerei militari, a contribuire nello spargimento di sangue di un popolo, di cui si dichiarava, enfaticamente amico sino a qualche settima fa e che baciava la mano al suo macellaio, dandogli armi,soldi e addestramento militare.
Nessuna appartenenza alla Nato o all’Onu ci obbliga a bombardare la Libia.
Se vogliamo la pace costruiamo la pace, e la pace si costruisce con la solidarietà l’ amore per il proprio simile
Vittorio Arrigoni diceva: “Ritorniamo umani”
Io penso . Diventiamo umani.
Chiedo che venga discusso e votato dal consiglio comunale.
e inviato
Al Presidente della repubblica
Al presidente del consiglio
Al ministro dell’interno
Al ministro degli esteri
Al ministro dell’istruzione
Al ministro del lavoro
Hanno votato;
Favorevoli, Rifondazione-Liberamente
Contrari, P.d.L—Lega—Crescere Insieme.(P.D)
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