domenica 15 maggio 2011

O.D.G--no al nucleare, si alle energie rinnovabili

Consiglio comunale del-09-05-2011Villa Carcina
Presentato dal Partito della Rifondazione Comunista
Consigliere comunale Marsilio Gatti

O.D.G--no al nucleare, si alle energie rinnovabili

PREMESSO CHE
- l’avvio, negli anni ’40, negli Stati Uniti, della produzione di energia elettrica da fonte nucleare, (per ripagare solo in parte le enormi spese per l’industria bellica) fu autorizzata sulla base della speranza, poi rivelatasi infondata, che il problema della messa in sicurezza delle scorie nucleari,(come quelle prodotte da fonti militari) sarebbe stato risolto in breve tempo e che il processo di fissione, sarebbe stato facilmente controllabile, grazie alla tecnologia,
viceversa, a tutt’oggi, non vi è alcuna soluzione al problema delle scorie nucleari, che restano radioattive, per decine e decine di migliaia di anni, determinando la necessità di militarizzare, per il medesimo tempo,i siti di stoccaggio ai fini di impedirne l’accesso.
Nelle normali condizioni di funzionamento, di una centrale nucleare, vi sono continui rilasci di sostanze radioattive in atmosfera, nell’acqua e nel terreno, cosicché nel raggio di diversi chilometri attorno alla centrale, i livelli di radioattività in aria, in acqua e nel suolo sono significativamente più alti del normale fondo, facendo diventare inabitabili e incoltivabili tali terreni.
Non esiste una soglia, al di sotto della quale, le radiazioni emesse dalle sostanze radioattive, non producano effetti sulla salute, e che pertanto, la popolazione che vive nel raggio di qualche chilometro, o decine di chilometri, attorno ad una centrale nucleare è esposta a livelli di radiazioni ionizzanti che provocano tumori, al di là di ogni media “ragionata”.
I rischi di incidenti, anche gravi nelle centrali nucleari sono devastanti, come dimostrano i casi del 1979 negli Stati Uniti a Three Miles Island, nel 1986 in Ucraina a Chernobyl infine, a Fukushima in Giappone.
Senza contare, le decine e decine di incidenti nelle centrali nucleari, con conseguenze disumane, ma tenute segrete, per proteggere, il criminale,
che è il profitto. La realizzazione del piano nucleare del Governo Berlusconi, che usa il metodo di governo dei deposti, sposta la costruzione delle centrali nucleari nel tempo,negando, ai cittadini di potersi esprimere, nei modi e metodi come definito dalla costituzione repubblicana ,avendo fatto diventare il parlamento con leggi porcata - definite così dal suo stesso autore - un parlamento di nominati, come ai tempi del feudalesimo e non un parlamento di eletti, per le 4 centrali nucleari di 3° generazione francese E.P.R,da 1,6 GW a partire dal 2030, se la lega dei furbi, lo permette, pari al 4-8% del fabbisogno nazionale. Una seria iniziativa pluriennale di investimenti nel campo dell’edilizia per il miglioramento della qualità energetica e per una migliore efficienza energetica degli edifici, comporterebbe una riduzione di oltre il 10 % del fabbisogno energetico, già a partire dai prossimi anni e rilancerebbe un settore giunto ad un livello di crisi forse irreversibile.
lo sviluppo di un Piano nazionale per le fonti rinnovabili porterebbe a coprire oltre il 20% del fabbisogno di energia, creando contemporaneamente centinaia di migliaia posti di lavoro e porterebbe l’Italia
all’avanguardia nel settore. L’Italia è uno stato, dove ha una ricchezza; il sole.
La legge n.99 del 23 Luglio 2009 (ex ddl sviluppo) e la conversione in legge del DL 105/2010 (decreto sblocca- reti) hanno impresso una netta accelerazione, verso il ritorno del nucleare in Italia, prevedendo l’adozione di decreti legislativi finalizzati alla localizzazione degli impianti e dei sistemi di stoccaggio e deposito dei rifiuti radioattivi,( alla faccia delle autonomie locali).
Una recente sentenza della Corte Costituzionale considera obbligatoria l’espressione del parere delle regioni in merito alla scelta di realizzare impianti nucleari- solamente 7 Regioni, tra cui la Regione Lombardia, non si sono ancora formalmente espresse contro l’allocazione di impianti nucleari sul proprio territorio. Nella Regione Lombarda, vivono milioni di persone concentrate in un ambito territoriale, di poche decine di chilometri di raggio.
Nella Regione Lombarda, si trova una parte preponderante dell’intera struttura produttiva del Paese, un incidente rilevante, comporterebbe la EVACUAZIONE di gran parte del territorio lombardo, spostando milioni di persone e distruggendo una grossa parte dell’attività produttiva nazionale.
Sulla base delle recenti dichiarazioni del Ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani ( riprese poi dal Governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni), si ipotizza che almeno una delle centrali nucleari previste in Italia, potrebbe essere impiantata sul territorio lombardo, a nord di Milano.
L’azienda di servizi di pubblica utilità A2A, società che gestisce gli inceneritori di Bergamo e Acerra, oltre a numerose altre attività legate al campo energetico, anche attraverso la multiutility lariana Acsm- Agam Spa, di cui detiene il 21,9% delle azioni, ha dimostrato interesse nella costruzione di una cordata, alternativa all’Enel; si è detta pronta, a “giocare la partita del nucleare” (Corriere della Sera, 27 Dicembre 2009), e ribadita con l’intervista del leghista, Bruno Caprini,( membro del comitato federale della lega nord e membro del consiglio di sorveglianza di A2A) sul Bresciaoggi del 30-04-2011;
Il territorio provinciale è interessato da importanti fenomeni di inquinamento sia atmosferico che del suolo, richiederebbero investimenti importanti per l’eliminazione o il miglioramento di fonti di emissione esistenti, in particolare attraverso la riduzione dei consumi energetici e di un programma di mobilità sostenibile nel territorio. Alcune amministrazioni comunali promuovono, da tempo, investimenti nel campo dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili, compatibili con l’ambiente.
DICHIARA
. insostenibile e devastante la scelta di un ritorno al nucleare, quale fonte di energia per il futuro dell’Italia.
Devastante per l’ambiente la sicurezza, l’occupazione l’evoluzione;
NEGA la propria disponibilità a collaborare alla collocazione sul territorio comunale, provinciale, regionale, di impianti energetici, da fonte nucleare,
o, di siti di scorie radioattive o comunque nocive all’ambiente e alle persone e farà opposizione, nei modi e metodi democratici, alla eventuale costruzione in Lombardia, di qualsiasi tipo di impianto,
connesso all’attività di produzione di energia da fonte nucleare.
SOLLECITA
- l’adozione di un piano energetico nazionale basato soprattutto sul risparmio, l’efficienza, la riduzione degli sprechi e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, soprattutto come strumento di rilancio dell’occupazione.
Passare dalla prima rivoluzione industriale, basata sulle energie fossili, alla seconda rivoluzione industriale, basata sulle energie rinnovabili.
IMPEGNA , il sindaco e la giunta
- a contrastare qualsivoglia ipotesi di allocazione, di impianti finalizzati alla produzione di energia da fonte nucleare o di altri impianti a servizio di questa tecnologia,e di siti per scorie radioattive, anche trattate su tutto il territorio comunale, provinciale, regionale;
- a chiedere alla regione Lombardia, annoverata tra le 7 Regioni che non si sono ancora espresse nel merito, l’assunzione di una delibera, che esprima una chiara ed assoluta chiusura, ad ospitare centrali nucleari sul territorio regionale;
- a trasmettere questo O.D.G al Governo italiano, alla regione , alla provincia per esprimere, la totale contrarietà del comune di Villa Carcina, al riavvio in Italia della politica nucleare, già bocciata nel 1987 dal voto di decine di milioni di cittadini italiani.
Conclusione: l’energia rinnovabile è il futuro, fa bene alla salute, è
l’evoluzione, aumenta i saperi, le conoscenze, la ricerca, ed è gratis, tutti la possono avere, senza fare le guerre. Aumenta il tempo di vita e la qualità della vita per le nuove generazioni e cambiano i sistemi di produzioni di merci e dei consumi, senza continuare a mantenere in vita, il vecchio ormai putrido che non permette, la evoluzione della specie umana, di diventare umana.

Chiedo al consiglio comunale, la votazione, di questo o.d,g.

Hanno votato
Favorevoli; Rifondazione – Liberamente - Crescere Insieme(P.D)
Contrari; P.d.L--Lega

O.D.G; contro la guerra- per la pace.

Consiglio comunale del-09-05-2011 Villa Carcina
Presentato dal Partito della Rifondazione Comunista
Consigliere comunale Marsilio Gatti

O.D.G; contro la guerra- per la pace.

Documenta lo storico Angelo Del Boca: «Negli scaffali della ex Casa
del mutilato a Tripoli ci sono 100.000 dossier. In ciascuno di essi
c’è la storia di un assassinio politico, di un’impiccagione sommaria,
di una deportazione senza ritorno, di un furto di terre, di una confisca,
di una mutilazione, di infiniti altri soprusi. 100.000 tragiche storie che vanno
dal 1911 al 1943. Esse illustrano il calvario di un popolo che è stato, senza alcuna ragione plausibile, aggredito, soggiogato, umiliato, in alcune regioni decimato». Ufficialmente risultano oltre 3 mila i libici segregati nel Belpaese
e nessuno ha fatto ritorno a casa – in realtà furono 30 mila.
Quanti morti? Quanti annientati per sempre nello spirito e nel corpo?
Quanti lasciati impazzire dal dolore e dalla nostalgia? Le vittime non vennero
mai registrate: morti di nessuno”.
Dando per buono il censimento della Cirenaica del 1920 che annotava 225.000 abitanti e tenendo conto che 20.000 fuggirono in Egitto, ricordando poi il censimento italiano del 1931 che registrava solo 142.000 anime (oltre a 18.500 italiani), si deve dedurre che in undici anni la popolazione del Paese diminuì di circa 83.000 persone: 20.000 rifugiate in Egitto e ben 63.000 per la guerra, la deportazione e la prigionia.
Anche il patrimonio zootecnico venne ampiamente distrutto: gli ovini da 800.000 nel 1926 si ridussero a 98.000 nel 1933, i cammelli da 75.000 a 2.600, i cavalli da 14.000 a 1.000, gli asini da 9.000 a 5.000.
“Una vera e propria carneficina, dunque, o, per meglio dire, un "genocidio" praticato dal "buon italiano", il cui ricordo risulta ancora rimosso dalla memoria collettiva dell'Italia, nonostante gli sforzi di quegli storici che lo segnalano all'attenzione, di chi non ha paura della verità”.
Oggi come 100 anni fa, è in corso contro la Libia una vera e propria guerra condotta dalla Nato, dagli Usa e da potenze ex coloniali, fra cui l’Italia che, con il pretesto di difendere i diritti umani della popolazione civile, ha come obiettivo principale il controllo delle risorse energetiche e per primo il petrolio.
L’ intervento militare va abbondantemente oltre il mandato della risoluzione dell’ONU, non può avere finalità umanitarie, come dimostra il numero dei morti civili in rapida ascesa, ma rappresenta un tentativo, di ricolonizzazione e occupazione, che contrasta con la carta delle Nazioni Unite e con l’articolo 11 della nostra Costituzione, inoltre, rappresenta l’ennesima tragedia, imposta a quel popolo, ed allontana la prospettiva di una Libia unita, indipendente, repubblicana e democratica. Dall’altra parte ribadiamo la nostra netta condanna, del regime dispotico di Gheddafi, che ha sempre calpestato diritti umani e democrazia, così come ribadiamo la netta condanna
e le gravi complicità, che hanno caratterizzato la relazione tra il governo italiano e quel regime, a cui era stato affidata la repressione e il contenimento per mano militare dei profughi e degli immigrati.
Condanniamo senza e senza ma, i bombardamenti in atto sulla Libia condotti da alcune potenze occidentali, con la complicità dell'Italia e chiediamo che sia interdetto l’uso delle basi, collocate sul nostro territorio, dalle quali parte l’azione militare. Chiediamo, immediato ritiro dell'Italia dalla coalizione “dei volenterosi”, e il divieto all'utilizzo del territorio italiano, come supporto agli eserciti in guerra e il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione italiana (“L'Italia ripudia la guerra”). Chiediamo inoltre una iniziativa coordinata con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace- dato che il comune di Villa Carcina si definisce; comune della pace- affinché sia assunta da Comuni, Province e Regioni, unitamente con la società civile e il mondo dell’associazionismo, una immediata mobilitazione per la pace e contro la guerra, per l’immediato cessate il fuoco e il sostegno ai profughi e alle vittime del conflitto
Invece delle bombe: la politica.
Invece degli affari: i diritti umani.
Invece della propaganda: l’informazione.
Invece dei respingimenti: l’accoglienza.
Invece del petrolio: le energie rinnovabili
«la guerra è il fallimento della politica»
«strumento strutturale del dominio, per il possesso delle ricchezze dei popoli». "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
E come disse il papa Woitila;
“Mai più guerre- mai più guerre”.
Il che impone di opporre a quella capitalistica, la mondializzazione dei diritti fondamentali, dell’eguaglianza, della tolleranza, della dignità umana,
del progresso economico e sociale di tutti i popoli.
Impone la mondializzazione della pace. Impone la ricerca e l’attivazione
del modo di produrla. La guerra propone un sistema industriale e culturale che proprio in armamenti distrugge risorse enormi, sufficienti ad affermare un "altro" indispensabile futuro di giustizia sociale e sostenibilità Non può esistere "guerra umanitaria" perché, come prova indiscutibilmente la storia degli ultimi decenni, i diritti umani non si difendono con la guerra. E che la guerra, lungi dal risolvere i problemi, li moltiplica e li esaspera.
l’Italia e l’Europa, non vogliono regimi democratici sulla sponda sud del mediterraneo, li temono. L’Italia e l’Europa desiderano regimi, perché è con quei regimi che si stipulano gli accordi, che li obbligano a svolgere la funzione di gendarmi, per conto d’altri. La guerra non ha mai salvato un popolo dall’oppressione dei poteri
Si ripete alla lettera, il modello dell’aggressione criminale della Nato
contro la Serbia del 1999, voluta dal presidente Bill Clinton
per la «liberazione» del Kosovo. E da una Europa incapace di fare la politica della pace
Si è trattato di un intervento «umanitario», che ha fatto strage dal cielo di migliaia di persone innocenti. È sufficiente una rapida lettura della risoluzione 1973 del 17marzo, con la quale si è deciso il «No-Fly Zone» contro la Libia, per cogliervi una gravissima violazione della Carta delle Nazioni Unite,
oltre che del diritto internazionale generale. La violazione della Carta è evidente, se si tiene presente, che il comma 7 dell’art. 2 stabilisce che «nessuna disposizione del presente Statuto, autorizza le Nazioni Unite ad intervenire, in questioni che appartengano alla competenza interna di uno Stato». È dunque indiscutibile che la «guerra civile» di competenza interna alla Libia non è un evento di cui possa occuparsi militarmente il Consiglio di Sicurezza. Oltre a questo, l’articolo 39 della Carta delle Nazioni Unite
prevede che il Consiglio di Sicurezza, può autorizzare l’uso della forza militare soltanto dopo aver accertato l’esistenza di una minaccia internazionale della pace, di una violazione della pace o di un atto di aggressione (da parte di uno Stato contro un altro Stato). Questa è dunque una seconda, assoluta ragione, che rende criminale la strage di
persone innocenti che i volenterosi alleati europei e gli Stati
Uniti si apprestano a fare in Libia. E copre di vergogna il governo italiano impegnato con le sue basi e i suoi aerei militari, a contribuire nello spargimento di sangue di un popolo, di cui si dichiarava, enfaticamente amico sino a qualche settima fa e che baciava la mano al suo macellaio, dandogli armi,soldi e addestramento militare.
Nessuna appartenenza alla Nato o all’Onu ci obbliga a bombardare la Libia.
Se vogliamo la pace costruiamo la pace, e la pace si costruisce con la solidarietà l’ amore per il proprio simile
Vittorio Arrigoni diceva: “Ritorniamo umani”
Io penso . Diventiamo umani.
Chiedo che venga discusso e votato dal consiglio comunale.
e inviato
Al Presidente della repubblica
Al presidente del consiglio
Al ministro dell’interno
Al ministro degli esteri
Al ministro dell’istruzione
Al ministro del lavoro

Hanno votato;
Favorevoli, Rifondazione-Liberamente
Contrari, P.d.L—Lega—Crescere Insieme.(P.D)