domenica 8 aprile 2012

CERVELLI DI CEMENTO

 L’ULTIMO POLMONE VERDE DI CARCINA RISCHIA D’ESSERE DEVASTATO DAL CEMENTO








QUESTA E’ LA CONSEGUENZA DELLA PESSIMA GESTIONE URBANISTICA DI CHI HA DIRETTO IL COMUNE DI VILLA CARCINA NEGLI ULTIMI 30 ANNI. QUELLI DI CENTROSINISRA HANNO SEMPRE CEMENTIFICATO, QUELLI DEL CENTRODESTRA STANNO CEMENTIFICANDO.
TUTTI COSTORO IMPERTERRITI CONTINUANO NEL DISASTRO.
103.290 MQ DI TERRENO AGRICOLO VENGONO IN PRATICA CEMENTIFICATI E  DISTRUTTI SENZA ALCUN SENSO CIVILE E IL CORRETTO USO DELLA RAGIONE.
VERRANNO COSTRUITI 250 APPARTAMENTI CON UN PRESUNTO AUMENTO DI POPOLAZIONE DALLE 700 ALLE 900 UNITA’. VI SARANNO 500 AUTO IN PIU’ CHE CIRCOLERANNO NEL TESSUTO URBANO, AUMENTANDO I GRAVI PROBLEMI ESISTENTI.



 
A CHI SERVONO QUESTE NUOVE ABITAZIONI DATO CHE NEL COMUNE SONO CENSITI
PIU’ DI 600 TRA APPARTAMENTI VUOTI E CASE VECCHIE DA RECUPERARE?
PERCHE’ VOGLIONO COSTRUIRNE ANCORA?
PERCHE’ VOGLIONO DISTRUGGERE ALTRO TERRITORIO?
 QUESTA E’ LA CULTURA  CHE PORTA  AL DISASTRO ECONOMICO, POLITICO E SOCIALE.    
AVREBBERO DOVUTO METTERE “LA PROPRIA TESTA NELLA COLATA DI CEMENTO”: FORSE ERA L’UNICO MODO PER NON FARE DANNI AL TERRITORIO E AI CITTADINI.

 
Sintesi della dichiarazione di voto e della mozione presentata sull’AdT4  dai consiglieri comunali Marsilio Gatti di Rifondazione Comunista e  Valter Saresini di Liberamente  nel consiglio comunale del 20  febbraio 2012.

 
Chiediamo di sospendere  il programma di costruzione dei 250 appartamenti decisi nel Piano di Attuazione di iniziativa Privata, Ambito di Trasformazione AdT4 e sub comparto AdTa e AdTb, posti tra via Garibaldi e via Fucine a Carcina. Noi riteniamo che si debba rinunciare a rappresentare gli interessi di pochi, per il bene della collettività e che questa debba essere la nuova politica sociale delle comunità, se la parola comunità ha ancora senso. Bisogna domandarsi seriamente a chi servano realmente i 250 nuovi appartamenti programmati con l’AdT4, dato che  già oggi nel nostro comune esistono più di 600 case o appartamenti vuoti, completamente inutilizzati, che occupano spazio senza alcuna utilità per i residenti, mentre i centri storici sono lasciati in agonia. Bisogna salvaguardare il suolo agricolo sia come risorsa economica che come risorsa ambientale. Cementificare senza una vera necessità significa ridurre il suolo rendendo il terreno impermeabile, con tutte le conseguenze connesse.
Oggi l’imperativo è quello di salvaguardare la terra.
Un popolo che ama veramente il proprio Paese, che conosce il proprio territorio, che ne comprende le eredità naturalistiche e storiche e possiede un serio progetto di futuro, non farebbe mai tale mega cementificazione  per un pugno di monete. Certo, la cultura liberista di chi ci ha governato negli ultimi 30 anni ha obbligato i Comuni a distruggere il proprio territorio in cambio degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente.  Ma se una cosa è ormai estremamente limitata sul pianeta è proprio la terra e ancor più la terra fertile. Il rispetto che dobbiamo al suolo è immenso e non dobbiamo esaurirlo con progetti che lo distruggono per sempre. 
Uno sviluppo urbanistico diverso e totalmente rispettoso del territorio  abbinato a una cultura eticamente diversa e più solidale, sceglierebbe di riqualificare in meglio tutto il patrimonio edilizio l'esistente. Questa alternativa dipende in ultima istanza dalle scelte e dalla volontà dei cittadini. L’attuale Amministrazione e il Consiglio comunale devono coinvolgere i cittadini nelle decisioni che coinvolgono la qualità della vita della comunità. Questo è un valore fondamentale della evoluzione delle  società civili.
La storia non è sempre esistita. La storia la scriviamo noi. La storia che conosciamo è l’unica storia che è avvenuta.   Ma non era l’unica storia possibile.
Oggi noi sappiamo che possiamo cambiare le cose, se le abbiamo capite e compreso il perché succedono.  Chi decide l’uso del territorio? Secondo la legge sono i Comuni, le Regioni, quindi i cittadini che in ultima istanza eleggono i loro rappresentanti.
Il compito di un amministratore sarebbe quello di tutelare sapientemente le risorse e gestire al meglio il bene comune, non dunque favorire acriticamente la cultura dell’avere e dell’accumulare, bensì rappresentare la cultura dell’essere.  


La cultura liberista del mercato globale è:
-         quella della distruzione del suolo per speculazioni e profitti di pochi che ricadono sul debito pubblico e quindi a carico di tutti i cittadini,
-         quella che non utilizza il suolo per esigenze alimentari, per la biochimica e finalità energetiche.
Perché non procedere allora ad un attento ed approfondito censimento che verifichi l’esatta consistenza del patrimonio abitativo e delle necessità dei cittadini di Villa Carcina, al fine di capire a quanto ammontino gli alloggi sfitti, gli alloggi e le case da ristrutturare, le case e gli appartamenti invenduti e non utilizzati e perché invece qualcuno continua a chiedere di costruire, anche se in realtà non ve n’é bisogno.
Il Comune di Villa Carcina, rispetto al proprio territorio, alla sua conformazione e alle sue esigenze sociali, non ha alcun bisogno di cementificare, ma ha tutto l’interesse di salvaguardare quel poco che rimane.  Villa Carcina non è più quel grande comune industriale che richiedeva mano d’opera per cui  doveva soddisfare la forte domanda di alloggi sul luogo di lavoro. Villa Carcina, se oggi costruisce, distrugge quel poco di territorio  libero  - l’ultimo polmone verde rimasto - per ampliare un paese dormitorio in evidente sofferenza urbanistica.
Ci saranno dalle 700 alle 900 persone in più che aumenteranno le problematiche sociali, 500 macchine in più che circoleranno nel tessuto urbano del comune, creando ulteriori seri  problemi di mobilità.  Aumenteranno così i problemi storicamente irrisolti di questo comune mentre mancheranno spazi sociali, scuole opportunamente dimensionate e centri di aggregazione per giovani e anziani. Saranno inoltre completamente e definitivamente eliminati spazi per la protezione civile. 
La cementificazione ingiustificata del territorio è un concetto devastante imposto con violenza alla comunità, mentre oggi si deve migliorare solo in qualità, non più in quantità come in passato, per dare cioè risposte alla domanda di maggiori beni sociali e di migliore convivenza della collettività.
Per questo abbiamo chiesto di sospendere il progetto di cementificazione dell’AdT4, anche se a suo tempo inserito nel  nuovo PGT. Noi riteniamo che le motivazioni a costruire in maniera così devastante a Carcina siano solamente di tipo speculativo e che sia ora di passare dalla cultura della cementificazione alla cultura del rispetto dello spazio comune, per lasciare alle nuove generazioni la possibilità di godere della meravigliosa natura che è il fondamento della vita delle persone.                                                                                      
RIFONDAZIONE COMUNISTA E LIBERAMENTE
HANNO VOTATO  CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO DI CARCINA 
 HANNO VOTATO A FAVORE P.D.L. - LEGA NORD - CRESCERE INSIEME (PD)